Statuina di Vicofertile (PR)

La scheda è stata curata da Elvira Visciola

Statuina di Vicofertile (PR)

La scheda è stata curata da Elvira Visciola


Si tratta di una statuina femminile scoperta nel marzo 2006 in località Vicofertile, una frazione periferica del comune di Parma (nella zona sud occidentale della città, in direzione delle colline), come corredo di una sepoltura di una donna di circa 40 anni, in un sito riferibile alla cultura dei Vasi a Bocca Quadrata (diffusa in Italia Settentrionale), databile al V millennio a.C. Il contesto del ritrovamento è molto particolare: la sepoltura della donna è in posizione quasi centrale rispetto a 4 sepolture maschili, una di un bambino di 7-8 anni con due asce di pietra levigata, una di un giovane di 20-30 anni con una lama di ossidiana ed una piccola ascia mentre le ultime due sono occupate da due giovani, sempre di età tra i 20 ed i 30 anni, prive di corredo funerario e più distanziate dalle altre; i corpi dei defunti sono tutti deposti in semplici fosse di forma ovale, nella tipica posizione neolitica, rannicchiata sul fianco sinistro, con il capo ad est ed il volto verso sud. L’area oggetto di indagine è stata estesa ad una superficie di soli 300 mq ed oltre queste cinque fosse, che occupano un’area di circa 50 mq, sono state trovate altre fosse vuote. La zona meriterebbe ulteriori indagini, allargate ad una superficie maggiore, poiché i ritrovamenti effettuati lasciano presagire la presenza di un insediamento neolitico.

Il corredo funerario della donna comprende oltre alla statuina anche un vaso del tipo a bocca quadrata ed una olletta del tipo di Serra d’Alto (sito archeologico del Materano), entrambi senza decorazione. La statuina era poggiata sull’avambraccio sinistro, davanti al viso della defunta e raffigura una donna seduta, con volto ovale e piatto ed i capelli sciolti sulle spalle; sul volto sono rappresentati gli occhi a fessura orizzontale, con il naso aggiunto a forma triangolare molto prominente, mentre la bocca non è segnalata. Il busto è triangolare, sagomato sul davanti e piatto sul retro, con le gambe piegate sul ginocchio quasi ad angolo retto come per adattarsi ad un sedile con schienale mai ritrovato (forse perché realizzato con materiale deperibile); i seni sono piatti, segnalati da un incavo triangolare; le braccia sono sottili, staccate dal busto e piegate all’altezza della vita con le mani congiunte.

Sulla superficie sono state rinvenute tracce di colore bianco, sparse in varie parti del corpo, ad indicare che la statuina non era interamente dipinta, ma piuttosto coperta di bianco, forse residuo di un intervento di rifinitura eseguito dopo la cottura. La statuina è stata realizzata con un impasto ceramico di colore nero, diverso da quello utilizzato per il vasellame, in quanto presenta numerose microfratture, sintomo di una manifattura imprecisa, atipica per l’epoca, caratterizzata da una produzione vascolare molto rigorosa. Un’indagine più accurata ha permesso di confermare che questa è stata realizzata in loco, in tre blocchi plasmati separatamente (busto, testa e porzione inferiore) e poi assemblati; i dettagli che identificano la statuina sono molto accurati in contrasto con i presumibili tempi di essiccatura, cottura e raffreddamento che hanno determinato una fattura meno pregiata, probabilmente per l’esigenza di portare a termine l’oggetto durante i tempi del rituale di sepoltura della defunta.

Le caratteristiche di questa statuina, la rigidità e la magrezza, l’assenza della bocca, il grande naso prominente come un becco richiamano i canoni della dea uccello indicata da Marija Gimbutas la Signora della Vita, Morte e Rinascita, la Madre Terra dalla quale muore e rinasce ogni anno la vegetazione. Nel contesto del ritrovamento di Vicofertile, l’immagine della dea è a protezione del corpo di una donna che in vita aveva sicuramente avuto per la sua comunità un ruolo strettamente connesso alla sfera del sacro, forse era stata una sacerdotessa sciamana.

Statuine che riproducono la dea madre, generalmente frammentarie e più piccole nelle dimensioni, sono state ritrovate in diversi insediamenti neolitici, in genere all’interno di strutture abitative o in grotte adibite ad uso cultuale, ma questa di Vicofertile è la prima statuina integra di questo tipo, rinvenuta all’interno di una sepoltura. Unici esempi simili sono l’idoletto rinvenuto nella tomba pugliese di Arnesano (riferibile al Neolitico superiore) e le figure litiche sarde presenti nella necropoli di Cuccuru S’Arriu, datate allo stesso periodo; queste ultime sono poste nella mano e davanti al viso del defunto ma hanno un significato diverso poiché accompagnano indistintamente sia donne che uomini e bambini, quindi con un differente simbolismo. Nel caso di Vicofertile invece, il rango sociale di primo piano della donna sepolta all’interno della comunità in cui ha vissuto viene segnalata sia dal corredo funerario che dalla posizione centrale della sua sepoltura rispetto a quelle maschili. Dallo studio antropologico delle sepolture è emerso che tutti gli individui godevano di buona salute; uno dei maggiori problemi era costituito dalla carie, indicativa di una alimentazione ricca di carboidrati.

Note storiche

Il ritrovamento è avvenuto nel corso di uno scavo archeologico preventivo, finanziato dal proprietario del cantiere edile, sig. Bruno Cavalieri, titolare della Società Coris Srl. In precedenza, in quell’area erano stati individuati reperti riferibili all’età del bronzo, pertanto la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna aveva disposto l’esecuzione di scavi preventivi all’avvio dei lavori del cantiere edile che interessava la costruzione di due nuovi edifici (poi realizzati). Gli scavi sono stati effettuati dalla Soc. Coop AR/S Archeosistemi di Reggio Emilia, nelle persone di Giorgia Fontana, Massimiliano Cova, Silvia Maggioni, Fabrizio Pavia, sotto la direzione scientifica dell’archeologa Maria Bernabò Brea (funzionaria della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna) e dell’antropologa Loretana Salvadei. Le indagini hanno accertato che, in riferimento all’età del Bronzo, non vi erano ulteriori reperti, ma sotto questo strato, a circa 1,50 metri dalla superficie attuale, sono venute alla luce tracce più antiche, ascrivibili al Neolitico, consistenti in strutture di tipo abitativo, diverse buche di palo disposte in brevi allineamenti, un paio di focolari, una fossa di grandi dimensioni e poco distante la necropoli con le sepolture consistenti in fosse di forma ovale al cui interno i defunti giacevano in posizione flessa, in decubito laterale, sul fianco sinistro. In un primo momento, lo scheletro della tomba della donna di Vicofertile è stata riconosciuta come avente caratteristiche maschili, soprattutto per quanto riguardava la fisionomia delle ossa facciali. Solo a seguito di approfondite indagini sulle ossa del bacino si è riusciti a determinare con certezza il sesso della donna.

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SCHEDA

Nome

Statuina di Vicofertile (PR)

Oggetto

Statuina femminile

Cronologia

La tomba, luogo di ritrovamento della statuina, è stata datata radiometricamente al 3357 +-50 a.C., mentre la datazione su osso umano è al 4330-4050 a.C., quindi nell’ambito della cultura detta dei “vasi a bocca quadrata”.

Regione

Emilia Romagna

Contesto ambientale

Sepolture

Reperti esposti

Esposta al Museo Archeologico Nazionale di Parma, saletta del Neolitico, in Piazzale della Pilotta n. 15, Parma – Tel. 0521-233309 – 0521-233617

Stato di conservazione

La statuina è completa in tutte le sue parti, anche se frammentate e/o spezzate in più punti. E’ stata oggetto di restauro effettuato da Giorgio Arcari, titolare della Opus Restauri di Parma, relativamente soprattutto alla zona delle gambe; queste ultime mal conservate perché sono state nel tempo soggette a schiacciamento del terreno, sono state oggetto di un restauro che ne ha restituito le fattezze sulla base dei frammenti rinvenuti

Dimensioni

Altezza cm. 19; nelle proporzioni si nota la preminenza della testa, piuttosto grande, e delle spalle squadrate, mentre le gambe appaiono relativamente corte

Condizione giuridica

Proprietà Stato

Bibliografia

  1. Valentina Cannavò, Sara Tiziana Levi, Simone Mantini e Maria Vernabò Brea – “Analisi esplorativa della statuina neolitica di Vicofertile” – in Rivista di Studi Liguri – anni LXXVII-LXXIX – 2011-2013 – pp. 211-214;
  2. Chiara Panelli – “Il sito neolitico di Vicofertile (Parma)” – in Rivista di Studi Liguri – anni LXXVII-LXXIX – 2011-2013 – pp. 439-446;
  3. Maria Bernabò Brea – “La dea seduta” – in Archeo – n. 263, gennaio 2007;
  4. Renata Grifoni Cremonesi e Annaluisa Pedrotti – “L’arte del Neolitico in Italia: stato della ricerca e nuove acquisizioni” – in XLII riunione scientifica dell’I.I.P.P. L’arte preistorica in Italia – Trento, Riva del Garda, Val Camonica, 9-13 ottobre 2007;
  5. Maria Bernabò Brea e Massimo Cultraro – “La statuetta femminile di Vicofertile (PR) nel contesto neolitico italiano e trans adriatico: confronti tipologici e significati simbolici” – in XLII Riunione Scientifica dell’I.I.P.P. L’arte preistorica in Italia – Trento – Riva del Garda – Val Camonica 9-13 ottobre 2007 – pp. 185-193;
  6. Maria Bernabò Brea – “Una statuina femminile da un contesto funerario neolitico nel parmense” – in Rivista di Scienze Preistoriche – Vol. LVI – Firenze 2006 – pp. 197-202.
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