Statuina neolitica di Fano (PU)

La scheda è stata curata da Francesca Principi

Statuina neolitica di Fano (PU)

La scheda è stata curata da Francesca Principi


La statuina, in pietra grigio-verde, è scolpita a tutto tondo e nel complesso risulta piuttosto armonica e proporzionata ad eccezione dei fianchi e della parte superiore delle gambe che sono di dimensioni accentuate. La figura presenta due piccoli seni tondeggianti al di sotto dei quali sono rappresentati, appena percepibili, gli avambracci ripiegati; il ventre, poco prominente, presenta un’incisione centrale che va a delineare la linea alba e termina nell’ombelico. Il triangolo pubico è reso in maniera marcata attraverso delle profonde incisioni, che continuano poi nel delineare la linea di separazione delle gambe: le cosce risultano piuttosto voluminose mentre i polpacci risultano più affusolati; i piedi sono assenti. Una novità, nella parte posteriore della statuina, è costituita da un elemento discoidale in rilievo sulla schiena, che presenta un avvallamento centrale in senso longitudinale: difficile dire se potesse avere un semplice valore funzionale o piuttosto simbolico. Da esso parte una linea profondamente incisa che va a delineare la parte centrale della schiena: inusuale la resa plastica delle cosiddette “fossette di Venere”, rappresentate con due piccoli avvallamenti nella parte inferiore della schiena. I glutei sono piccoli e tondeggianti, delineati nella parte superiore attraverso un’incisione triangolare. La statuetta è priva del capo, al posto del quale vi è una sorta di rozza appendice, dove è possibile supporre che potesse essere stata agganciata la testa.

Note storiche

La statuina venne acquisita nel 1911 dalla direzione del Museo Archeologico Nazionale delle Marche da tale Tito Mengucci, orafo originario di Fano (PU). Purtroppo il luogo e le circostanze di rinvenimento rimangono imprecisate, fattore che ha sempre reso questo reperto di dubbia autenticità: tuttavia, negli ultimi anni si è tornati a dare attendibilità a questa venere, sia per le caratteristiche stesse della statuina, sia per il fatto che il Mengucci aveva già donato altro materiale archeologico al Museo, che si era sempre rivelato autentico e di provenienza locale.

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SCHEDA

Nome

Statuina neolitica di Fano (PU)

Oggetto

Statuina femminile

Cronologia

Pur essendo stata ritrovata fuori contesto archeologico, in quanto frutto di una donazione (vedi le “note storiche”), le sue caratteristiche iconografiche sembrano inserirla in ambito Neolitico: uno studio approfondito del reperto non è mai stato fatto, un’analisi petrologica potrebbe essere utile per una datazione più precisa del reperto.

Datazione

Neolitico

Località del ritrovamento

Imprecisata, forse Fano – Provincia di Pesaro-Urbino

Regione

Marche

Contesto ambientale

Area Esterna

Reperti esposti

Il reperto non è esposto al pubblico, ma conservato nel Museo Archeologico Nazionale di Ancona

Stato di conservazione

Buono

Dimensioni

H 8 cm.

Condizione giuridica

Proprietà Stato

Bibliografia

  1. Gabriele Baldelli – “L’arte pre-protostorica”in Arte e cultura nella provincia di Pesaro e Urbino – Pesaro 1986;
  2. AAVV – “Donne o dee? Le figure femminili nell’arte preistorica delle Marche” – Catalogo della mostra tenutasi presso il Museo Archeologico Nazionale di Ancona tra il 2009 e il 2010.
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