Trattasi di un idoletto fittile scoperto nella conca di Sulmona, presso le Sorgenti di San Callisto (Popoli), vicino alle sorgenti del fiume Pescara. La statuina è stata rinvenuta priva della testa, con il braccio destro ripiegato sotto i seni (l’altro è mancante), le gambe flesse come fosse semi seduta e con una evidente accentuazione dei glutei. Insieme all’idoletto sono state ritrovate ceramiche con decorazione impressa a linee incise e punti, oltre a ceramiche con decorazione dipinta, anse tubolari e a rocchetto tipo Diana, scodella decorata con bande a trattini impressi.
Note storiche
Allo stato attuale della ricerca, quello di San Callisto, presso Popoli, risulta il più antico insediamento umano a carattere stabile della Conca di Sulmona, sufficientemente documentato da una buona varietà di reperti, dal cui contesto emergono anche significativi elementi di culture eneolitiche e proto-appenniniche.
Più diffusamente attestate sono le fasi della tarda età del bronzo e del protovillanoviano, nel cui ambito vanno forse inseriti quegli stanziamenti indiziati da frammenti ceramici di superficie su luoghi elevati e poco ospitali ma naturalmente inaccessibili e quindi meglio predisposti ad essere difesi con fossati, aggeri e palizzate. Questi insediamenti su altura sembrano preludere con forte anticipo ai più tardi centri fortificati di epoca italica, e solo la carente documentazione fa apparire azzardato, almeno per ora, ravvisarvi più stretti rapporti. Per quanto riguarda la diffusione della cultura protovillanoviana in Italia si è ipotizzato che coincida con la discesa delle popolazioni appartenenti alle lingue italiche, nel contesto delle migrazioni indoeuropee della seconda metà dell’età del bronzo. Marija Gimbutas sosteneva una colonizzazione “proto-italica” dell’Italia centro-settentrionale da parte dei gruppi di campi di urne “Nord-Alpini” (Baviera e Austria). Somiglianze fra le ceramiche dei campi di urne di quest’area geografica e quelle protovillanoviane sono state notate dalla stessa autrice. (Marija Gimbutas, “Bronze Age cultures in Central and Eastern Europe”, Berlino-Boston, De Gruyter Mouton, 1965, pp. 339-345).
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