Ciottolo di Tolentino (MC)

La scheda è stata curata da Giusy Shin Aportone

Ciottolo di Tolentino (MC)

La scheda è stata curata da Giusy Shin Aportone


Ciottolo allungato di pietra calcarea-silicea di forma sub triangolare che reca sulla facciata anteriore una incisione antropomorfa, una figura femminile con testa presunta di erbivoro (forse bovide o canide) girata verso sinistra e rivolta verso l’alto, muso allungato con apertura della bocca chiaramente tracciata, due orecchie si sviluppano sul retro della testa, corpo ben disegnato, seni simmetrici e triangolo pubico ben evidente. Nella facciata posteriore vi è incisa l’immagine del muso di un altro animale e la ramificazione di un corno di cervo. Il reperto rappresentava sicuramente una sorta di talismano dal significato rituale-religioso, ma alcune evidenti tracce osservabili alla base del manufatto rivelano anche la sua funzione di utensile.

Note storiche

Rivenuto nel 1884 durante dei lavori di scavo in una cava di argilla a Tolentino (MC) dal conte Aristide Gentiloni Silverj, ad una profondità di circa 3,5 mt. Il luogo del ritrovamento è su un’area di proprietà della famiglia Silverj.

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SCHEDA

Nome

Ciottolo di Tolentino (MC)

Oggetto

ManufattiStatuina femminile

Cronologia

Sin dall’epoca del suo ritrovamento da parte del conte Aristide Gentiloni Silverj il ciottolo venne attribuito al Paleolitico o “prima età della pietra”. Ma all’epoca, era il 1884, queste affermazioni andavano contro le teorie di Luigi Pigorini (archeologo di lunga fama che nel corso della sua carriera ricoprì diversi ruoli di rilievo nel panorama dell’archeologia e paletnologia in Italia), quelle della presunta inesistenza del Paleolitico Superiore in Italia e per questo la pubblicazione del pezzo finì nell’oblio. Dopo più di un secolo, le approfondite analisi effettuate da Agnese Massi, Mauro Coltorti, Francesco D’Errico, Margherita Mussi e Daniela Zampetti (1997), prendendo in considerazione le condizioni di giacitura, le caratteristiche del supporto, le tecniche di incisione, i riferimenti stilistici e iconografici, hanno appurato con ragionevole certezza che il reperto è un’opera d’arte paleolitica datata in un arco cronologico tra il 10.000 e l’8.000 a.C.

Località del ritrovamento

Contrada Sant’Egidio periferia orientale della città, sulla sinistra idrografica del fiume Chienti, comune di Tolentino – Provincia di Macerata

Regione

Marche

Contesto ambientale

Area Esterna

Reperti esposti

Il reperto è attualmente conservato al Museo Archeologico Nazionale delle Marche, Via Gabriele Ferretti 6, Ancona – tel. 071-202602

Stato di conservazione

Buono

Dimensioni

Lunghezza 127 mm – Larghezza 41 mm – spessore 21 mm – peso 150 gr.

Condizione giuridica

Proprietà Stato

Bibliografia

  1. Aline Averbouh, Valerie Feruglio, 2012 – “L’art mobilier pléistocène: un symposium autour des orientations et des recherches actuelles” – in Jean Clottes (dir.) – L’art pléistocène dans le monde / Pleistocene art of the world / Arte pleistoceno en el mundo – Actes du Congrès IFRAO – Tarascon-sur-Ariège – septembre 2010 – Symposium «Art mobilier pléistocène» – N° spécial de Préhistoire – Art et Sociétés – Bulletin de la Société Préhistorique Ariège-Pyrénées – LXVLXVI, 2010-2011 – CD p. 1267-1273;
  2. Francesca Minellono – “Annotazioni sulle immagini antropomorfe bidimensionali del Paleolitico Italiano” – in Rivista di Scienze Preistoriche – XLIX – Firenze 1998;
  3. Agnese Massi, Mauro Coltorti, Francesco D’Errico, Margherita Mussi, Daniela Zampetti – “La “Venere” di Tolentino ed i pionieri della ricerca archeologica” – in Origini – Preistoria e Protostoria delle civiltà antiche – n. XXI – Bonsignori Editore 1997 – pp. 21, 23-61.
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