Idoletti di Pirrone sul Dirillo (RG)

La scheda è stata curata da Barbara Crescimanno

Idoletti di Pirrone sul Dirillo (RG)

La scheda è stata curata da Barbara Crescimanno


Il fiume Dirillo è un fiume della Sicilia sud-orientale in provincia di Ragusa. Lungo il suo corso sono stati ritrovati numerosi insediamenti che vanno dall’età preistorica, tra Neolitico ed Età del Bronzo, all’epoca greca classica e tardo-antica; gli insediamenti più antichi si trovano spesso in luoghi aperti che non sono identificabili con fortezze naturali, danno cioè l’impressione di un periodo storico senza pericoli incombenti per le popolazioni, che non hanno avuto bisogno di difese da minacce esterne.

La contrada Pirrone occupa buona parte del fianco sinistro della media vallata del fiume, a circa quattro km. da Acate. La configurazione del luogo è quella di un largo e possente altopiano, alto circa 200 m. sul mare, precipite ed incombente, dal lato nord-ovest, con rapidissimi gradoni, sul fiume” (G. Di Stefano, 1983).

Su questo pianoro della media valle del Dirillo sono testimoniate la facies di Stentinello (Neolitico antico) e di Diana (Neolitico tardo), con cospicui rinvenimenti di industria litica, come anche alcune sepolture dell’età del Rame.
Alcuni rinvenimenti effettuati nel soprassuolo del sito neolitico sono per noi di eccezionale interesse: alcuni ciottoli lavorati che possono identificarsi con due piccole statuette femminili, e un betilo a forma di violino.
Le tre figure aniconiche (due su ciottolo, l’altra su pietra tenera) sono state ritrovate sul piano di campagna, ma certamente in relazione a un abitato la cui fase di sviluppo si colloca tra il momento di diffusione delle ceramiche impresse evolute del tipo Kronio II (VI millennio a.C.) e la fase tardo neolitica di Diana (prima metà del IV millennio a.C.); per questi reperti, al momento, non è facile trovare adeguati confronti.

I tre idoletti sorprendono per la loro estrema schematizzazione.

La statuetta «A» (fig. 1) è di aspetto fusiforme, con superfici tornite, caratterizzate da uno schematismo bidimensionale e da un senso completamente astratto della figura umana. La regione antero-distale è appena appiattita superiormente, mentre la parte antero inferiore, asimmetrica e sporgente, coincide con la massa dei muscoli glutei. La parte sommitale anteriore è incisa, all’altezza del viso, da due gruppi di segmenti a tratti, che formano un quadrato irregolare, coincidente con i contorni del viso. Gli arti superiori sono indicati con due leggere seghettature nel punto centrale e più rastremato del ciottolo e, forse, sono rappresentati nella posizione aderente al corpo e al ventre” (G. Di Stefano, 1983).
Se la coppia di scanalature su ciascun lato, che mettono in risalto i fianchi, può essere interpretata come una bozza di braccia aderenti al corpo, il quadrato inciso sulla testa rimane di incerta interpretazione.

La statuetta «B» (fig. 2), più piccola della precedente, è ricavata da calcarenite tenera e risulta accuratamente lavorata, quasi più aderente alla realtà nonostante il suo schematismo, con uno snellimento dei fianchi e due protuberanze ai lati, ad imitazione delle braccia. Si nota l’innesto della testa, spezzata, ma manca ogni indicazione della parte superiore del tronco, delle mammelle e del petto. “Il ventre è accentuato, l’ombelico (o la vulva?) è fortemente segnato con un tratto verticale. La plica sottoventrale, appena accentuata, si perde alla base della statuetta” (G. Di Stefano, 1983). Gli arti inferiori non sono rappresentati e il ciottolo sembra tagliato sotto la vita.

La terza figurina, come la prima ottenuta da un ciottolo fluviale alquanto levigato, presenta una lavorazione dei fianchi per far rilevare le due appendici delle braccia e, come la precedente, è priva della testa. Secondo Di Stefano si tratta di un vero e proprio betilo litico a forma di violino, sul tipo di quelli di tradizione cicladica (fig. 3).

Le statuette, soprattutto le prime due, possono richiamare – in parte – quelle di Cozzo Busonè e Di Stefano le considera prodotti di una tradizione paleolitica ancora viva in età neo-eneolitica. Una accurata definizione crono-tipologica delle statuette appare però problematica, dato che esse furono trovate in un deposito sconvolto e che l’insediamento ha occupato un così ampio arco cronologico.

I caratteri strutturali e il modesto grafismo decorativo delle figurine litiche di Pirrone potrebbero farle interpretare come una traduzione – su altro tipo di supporto – del tipo della figurina femminile fittile del gruppo di Piano Vento e di Milena, del quale sono ripetuti postura e sistema di rappresentazione del corpo. Potrebbe, dunque, trattarsi di una produzione circoscritta al solo territorio della Sicilia sud-orientale o forse legato a condizionamenti di ordine simbolico, di cui però ci sfugge il significato.

Queste figurine antropomorfe femminili sembrano pertinenti a contesti domestici; possiamo ipotizzare dunque che avessero un impiego prevalentemente domestico, in stretta relazione con attività di culto legata alla sfera familiare.

Altri ritrovamenti – come le Veneri di Busonè – sono invece legati alla sfera funeraria o a contesti rituali. Tra gli altri rinvenimenti dell’area, ne segnaliamo come particolarmente interessante uno effettuato lungo la dorsale di scivolamento delle suppellettili del villaggio: un fiaschetto a collo lungo in argilla scura, mancante della base e dell’ansa e decorato con incisioni a losanghe incise riempite da pasta bianca sia sul corpo che sul collo rappresentanti – verosimilmente – occhi, attribuibile alla tipologia vascolare di tipo stentinelliano (fig. 4).

Note storiche

Nel 1930 Ippolito Cafici ha scavato, sull’apice del massiccio ibleo nel feudo di Calaforno, una fossa ovale foderata di lastre litiche attribuita alla facies stentinelliana, un raro esempio accertato di sepoltura appartenente all’orizzonte del neolitico siciliano. Fra il 1975 e il 1978 la Soprintendenza alle Antichità per la Sicilia Orientale ha effettuato ricerche archeologiche lungo il corso del fiume Dirillo e sugli altipiani contigui alla valle, con scavi regolari nei siti neolitici e dell’età del bronzo, arcaico-classici, ellenistici e tardo antichi.
Le propaggini settentrionali di Pirrone sono note per i rinvenimenti di una cospicua industria litica e di alcune sepolture dell’età del rame. A valle della contrada sono noti resti di industria litica e rinvenimenti di ceramica greca a vernice nera ed acroma del V, VI e I sec. a.C., pertinenti, forse, ad un piccolo borgo carovaniero o ad un posto di stazionamento lungo la via interna Agrigento-Siracusa. Altri frammenti fittili riferibili alla facies di Stentinello sono stati rinvenuti nella vicina contrada di Poggio Bidini e, lungo il corso meridionale del Dirillo, nelle contrade Tatappì e Pantanelli. Sul fianco opposto della valle abbiamo sedi di insediamenti preistorici (neolitici e del bronzo antico) e di un sito greco-arcaico, ellenistico e romano forse da identificare con la Bidis ciceroniana: una cittadella attiva fin dall’età arcaica (come quelle di Scornavacche, Fossarotonda, di Acrillae e Pirrone), vera e propria sentinella sul guado del Dirillo, là dove la strada, oltrepassato il fiume, puntava verso i campi geloi.

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SCHEDA

Nome

Idoletti di Pirrone sul Dirillo (RG)

Oggetto

Statuina femminile

Cronologia

Le tre figure aniconiche (due su ciottolo, l’altra su pietra tenera) sono state ritrovate sul piano di campagna, ma certamente in relazione a un abitato la cui fase di sviluppo si colloca tra il momento di diffusione delle ceramiche impresse evolute del tipo Kronio II (VI millennio a.C.) e la fase tardo neolitica di Diana (prima metà del IV millennio a.C.) per i quali, al momento, non è facile trovare adeguati confronti.

Località del ritrovamento

Fiume Dirillo, Acate (Ragusa)

Regione

Sicilia

Contesto ambientale

Area Esterna

Reperti esposti

I reperti sono esposti nel Museo Civico Archeologico Franco Libero Belgiorno, in Corso Umberto I 149, 97015 Modica (RG).

Stato di conservazione

Non conosciuto

Dimensioni

Statuetta A: larghezza cm. 4,5 e altezza cm. 15; statuetta B: larghezza cm. 3 e altezza cm. 11; statuetta C: altezza circa cm. 5

Condizione giuridica

Proprietà Stato.

Bibliografia

  1. Giovanni Di Stefano – “Il villaggio neolitico di Pirrone sul Dirillo” – in Sicilia Archeologica 52-53 – 1983 – pp. 93-118;
  2. Mario Giannitrapani – Coroplastica Neolitica Antropomorfa d’Italia – Bar International Serie 1020 – Oxford 2016;
  3. Giovanni Di Stefano – Donne e Dee. Le “Veneri di Modica” – Modica 2017 – pp. 5-6;
  4. Massimo Cultraro – “Rappresentazioni antropomorfe femminili nella Sicilia neolitica: stato della ricerca, contesti e significati” – in Le raffigurazioni femminili neolitiche in Italia, iconografia, iconologia, contesti – Millenni 20 – pp. 99-115 – Udine 2019.
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