Testina di Borgosesia – Grignasco (NO)

La scheda è stata curata da Laura Violet Rimola

Testina di Borgosesia – Grignasco (NO)

La scheda è stata curata da Laura Violet Rimola


Si tratta di una testina di statuetta femminile in terracotta, il cui corpo è andato perso. Il volto è appena abbozzato, sono evidenti le due cavità allungate degli occhi, ed è stata scolpita una capigliatura riccia, o una sorta di acconciatura.

La testina è stata trovata nel complesso delle Grotte del Monte Fenera a Grignasco, precisamente nella Grotta “Tana della Volpe”.

Le Grotte di Ara e del Monte Fenera sono uno di quei luoghi che hanno conservato, nonostante il passare dei millenni, la loro aura magica e l’eco degli antichi culti femminili che pare lì venissero svolti sin dal Neolitico.

All’ingresso del giardino che ospita le prime grotte – per visitare le altre bisogna camminare molto lungo il versante della montagna – leggiamo alcune importanti e suggestive informazioni:

In un vecchio manoscritto, un cultore di storia locale così definiva le Grotte di Ara: Tempio delle fate, grotta delle sirene, luogo prediletto dalle sibille. Queste parole racchiudono un’antica tradizione che lascia supporre il ricordo di arcane pratiche magico-rituali, conservate nella memoria collettiva, testimoniate anche dalla pratica di raccogliere i sass bianc, ovvero le quarziti del torrente Magiaiga, dove defluisce dalle grotte per trarre da queste pietre energia e benessere. (…) La grotta, originariamente chiusa come testimonia il grande arco rimasto, divenne con molta probabilità un luogo sacro con tutte le connotazioni di un santuario delle acque (…). Probabilmente in epoca preromana e romana, in questo sito si svolgevano pratiche rituali legate all’elemento femminile e vitale per eccellenza: l’acqua. Ricordiamo che anche la grotta del laghetto sul Monte Fenera presenta evidenti tracce di grotta cultuale connessa alla raccolta delle acque di stillicidio.

Poche parole ma chiare e soprattutto affidabili sulla natura sacra delle Grotte di Ara, del loro giardino acquatico, e di tutto il Monte Fenera che le ospita – Fenera è una parola che richiama la “fata”, e il Monte Fenera è letteralmente il Monte delle Fate.

Il luogo è essenzialmente acquatico, e la magia dell’acqua, nonché la presenza della divinità femminile acquatica si percepisce a pelle.

Esplorando il giardino, accanto alla cascata che ricade sulla roccia chiara sembra di vedere una sorta di cupola – visibile in una delle foto – sotto la quale compare un’apertura a forma di vulva, che si credeva fungesse da “orecchio oracolare”, e attraverso la quale pare che venissero emessi i responsi della sibilla, o delle sibille, che abitava/abitavano la grotta. Ora vengono lasciati sassi bianchi secondo l’usanza magica di offrirli alle divinità del luogo per accrescere la fertilità o per richiamare la guarigione per sé e per i propri bambini.

Un’altra caratteristica di Ara è la statua di una santa sconosciuta che venne trovata in una delle grotte e che risale al periodo medievale. Si pensa possa essere Santa Agata – la santa che protegge Ara, e forse la trasposizione cristiana dell’antica Dea venerata ad Ara – e ora è esposta in una teca di vetro, dove è tutt’ora onorata. Le vengono offerti fiori e i “sass bianc” raccolti nel Magiaiga.

La prima volta che sono stata ad Ara mi sono chiesta se, in un luogo magico e bello come questo, fosse stato mai stato rinvenuto qualcosa che potesse essere attribuito alla presenza, sul posto, di arcaici culti femminili.

La mia era più che altro una speranza, ma cercando a fondo ho trovato proprio ciò che speravo di trovare, poiché l’unico reperto votivo trovato in una delle grotte, sparse sul Monte Fenera – la Grotta della Volpe – era la testina di divinità femminile, il cui corpo è andato perso, e di cui si riportano le poche notizie ricavate in questa scheda.

Questo luogo sacro è davvero unico nel suo genere e ci si potrebbe chiedere cos’altro sarà scoperto. Da alcuni anni è stata finalmente portata al Museo di Archeologia e Paleontologia Carlo Conti di Borgosesia lo scheletro di una fanciulla rinvenuta nella Grotta del Ciutarun, dove venne sepolta in epoca Neolitica.

L’emozione che questo luogo fa sorgere è immensa, ed è facile immaginare che sia lo stesso amore che provavano le nostre antenate, che lì vivevano e svolgevano il loro servizio sacro, forse come antichissime sacerdotesse delle acque e profetesse delle rocce.

Note storiche

Le grotte intorno al Monte Fenera – “Monte delle Fate” – sono state frequentate già durante la prima metà dell’ultima glaciazione, tra gli 80000 e i 40000 anni fa, dall’Uomo di Neanderthal. La sua presenza è attestata da resti di ossa che si sono affiancati a quelli di animali preistorici come il leone delle caverne, l’orso delle caverne e il rinoceronte di Merck.

Il reperto, rinvenuto nella Grotta “Tana della Volpe”, si ricollega a quelli che pare siano stati i culti celebrati alle sottostanti Grotte di Ara, dove ora si trova il piccolo Giardino delle Grotte.

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SCHEDA

Nome

Testina di Borgosesia – Grignasco (NO)

Oggetto

Statuina femminile

Cronologia

Le grotte hanno continuato ad essere visitate durante il periodo che comprende il Neolitico, l’Età del Rame e l’Età del Bronzo. “Sul pianoro di Fenera S. Giulio sono state individuate tracce di frequentazione non ricollegabili a semplici bivacchi, ma più probabilmente ad un’occupazione stanziale delle pendici del Fenera, confermata dal rinvenimento nella grotta del Laghetto di ceramica relativa alla Cultura del vaso a Bocca Quadrata (v e IV millennio a.C.) (…)”. (Tratto dall’opuscolo del Museo di Archeologia e Paleontologia Carlo Conti, Borgosesia, pag. 24) È al periodo che collega il neolitico e l’Età del Rame che risale la statuetta di cui ci è rimasta solo la testina – datata intorno al V millennio a.C.

Località del ritrovamento

Monte Fenera, comune di Grignasco – Provincia di Novara

Regione

Piemonte

Contesto ambientale

Grotte

Reperti esposti

La testina si trova attualmente al Museo di Archeologia e Paleontologia “Carlo Conti” di Borgosesia, in Via Combattenti d’Italia 5, provincia di Novara. Tel. 0163 020051.

Stato di conservazione

Della statuina originaria rimane solo la testina, che tuttavia appare in buono stato.

Dimensioni

Circa 3 cm x 3 cm.

Condizione giuridica

Proprietà Stato

Bibliografia

  1. Museo di Archeologia e Paleontologia Carlo Conti a Borgosesia – Opuscolo reperibile al Museo.
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