Statuine di Femmina Morta – Biccari (FG)

La scheda è stata curata da Elvira Visciola

Statuine di Femmina Morta – Biccari (FG)

La scheda è stata curata da Elvira Visciola


Si tratta di diversi reperti di statuine, a vari stadi di lavorazione, raffiguranti “dee madri” in differenti posizioni e a tutto tondo, ritrovate nel luogo di produzione, motivo per cui il sito, la Struttura 15 dell’abitato di Femmina Morta, è stato soprannominato come “atelier delle veneri”.

Tra i vari reperti, quello più completo è di circa 4 cm. di altezza, rappresenta la parte bassa (tra la pancia e le gambe) di una statuina femminile in posizione seduta, con solchi profondi tra le natiche sporgenti mentre sul lato anteriore un triangolo ad identificare la vulva; il corpo è inciso con alcuni segni tratteggiati, forse ad indicare le pieghe di un vestito. La parte alta del busto è mancante, al di sopra della pancia sono accennate piccole sporgenze ad indicare probabilmente i seni.

Tra gli altri esemplari ritrovati sono da menzionare una natica a tutto tondo con gamba ed una figura seduta con gambe all’indietro che rimanda allo schema iconografico tipico della “dea madre” del Neolitico Maltese dal tempio di Hagar Qim. Altri reperti sono uno scranno in argilla, forse utilizzato come sgabello di appoggio, un ciondolo in pietra verde ed una pintadera.

Ciò che si è potuto attestare è che la frequentazione Neolitica del sito di Femmina Morta è dovuta allo sfruttamento del ricco filone di argilla presente in loco: sono state ritrovate numerose strutture produttive atte all’estrazione, alla decantazione delle argille ed alla loro lavorazione in ampie superfici all’aperto, oltre a 16 fosse di combustione. Il sito era specializzato nella produzione di vasellame utilizzato per i cerimoniali (spesso zoomorfo) e di statuine femminili, espressione di un culto legato ai riti di vita, morte e rinascita, così come testimoniato in gran parte delle civiltà mediterranee.

L’importanza del ritrovamento, aldilà delle caratteristiche dei reperti, è quella di aver individuato un luogo di lavorazione e produzione di oggetti legati all’ambito cultuale, un’ampia piattaforma circolare in acciottolato minuto, dove è stato possibile identificare le tecniche di lavorazione utilizzate nel Neolitico per la realizzazione delle statuine in argilla; in particolare, sono stati ritrovati gli utensili per le diverse fasi di lavorazione che consistevano nel plasmare le singole parti del corpo per poi assemblarle insieme a formare l’intera statuina.

Studi approfonditi dell’area hanno consentito di accertare che lo stesso era frequentato saltuariamente, probabilmente nel periodo estivo, quando le condizioni climatiche favorivano la lavorazione dell’argilla; è posizionato in prossimità del torrente Vulgano, lungo una collina perennemente colpita dai venti, a circa 415 metri slm. Le condizioni climatiche del sito consentivano solo soste temporanee di limitata durata, pertanto oltre all’area di lavorazione e produzione della ceramica sono state trovate poche strutture di ricovero a pianta ovale e fondo incassato ed una tomba di un giovane di circa 8-9 anni (la giovane età non ha permesso l’identificazione del sesso), morto per malnutrizione e sepolto in un silos per il trattamento di derrate alimentari non più utilizzato allo scopo. Accanto al corpo del giovane defunto, datato al V millennio a.C., sono state ritrovate una testa di canide collocata presso i piedi ed uno strumento di selce deposto sul torace.

Note storiche

Il sito neolitico di Femmina Morta è stato individuato durante i sondaggi di archeologia preventiva curati dalla Soprintendenza in occasione dell’apertura di cantieri legati all’eolico ed ai metanodotti avvenuti tra il 2012 ed il 2015.

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SCHEDA

Nome

Statuine di Femmina Morta – Biccari (FG)

Oggetto

Statuina femminile

Cronologia

Vari ritrovamenti hanno permesso di attestare che il sito in località Femmina Morta è stato scelto per frequentazioni temporanee stagionali ripetute nel tempo durante le fasi del Neolitico medio, ossia tra la fine del VI e metà del V millennio a.C. La datazione dell’atelier è stata possibile grazie alla misura radiometrica ricavata da osso animale riferito al 4710-4400 a.C. in cronologia calibrata e rafforzata dalla presenza di frammenti di divinità raffigurata secondo schemi iconografici diffusi nel medesimo orizzonte cronologico del Neolitico maltese, in particolare di Hagar Oim.

Località del ritrovamento

Sito archeologico di Femmina Morta, posto a 3 Km a nord del centro di Biccari – Provincia di Foggia.

Regione

Puglia

Contesto ambientale

Area Esterna

Reperti esposti

I reperti sono esposti nel Museo Archeologico Nazionale di Manfredonia.

Stato di conservazione

Frammenti

Dimensioni

Ogni frammento di statuina ha un’altezza di circa 4 cm.

Condizione giuridica

Proprietà Stato

Bibliografia

  1. Anna Maria Tunzi, Mariangela Lo Zupone, Nicola Gasperi, Francesco Matteo Martino e Tania Quero – “Il Neolitico celato: strutture in negativo da nuovi contesti di abitato della Puglia settentrionale” – in Terzo Incontro Annuale di Preistoria e Protostoria – Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria – Firenze 2017 – pag. 43-48;
  2. Maria Luisa Marchi, Anna Rosaria Castellaneta e Giovanni Forte – “Paesaggi della Daunia: nuovi dati dal progetto Montecorvino – Ager Lucerinus – in Atti del 34° Convegno Nazionale sulla Preistoria, Protostoria, Storia della Daunia – 16-17 novembre 2013 – San Severo 2014;
  3. Anna Maria Tunzi, Nicola Gasperi, Anna Ignelzi, Mariangela Lo Zupone, Francesco Matteo Martino e Tania Quero – “Gli abitati dal Neolitico all’età del Bronzo. Modalità di occupazione del territorio nella Puglia settentrionale” – in Atti del 40° Convegno Nazionale sulla Preistoria, Protostoria, Storia della Daunia – 15-17 novembre 2019 – San Severo 2020;
  4. Anna Maria Tunzi e Mariangela Lo Zupone – Biccari (Foggia) – “Storie di “abitati Minori” del Neolitico: la tomba della “signora” e l’atelier delle “veneri””- in Atti del 38° Convegno Nazionale sulla Preistoria, Protostoria, Storia della Daunia – 18-19 novembre 2017 – San Severo 2018;
  5. Salvatore Bianco – “La statuina neolitica di Alianello Nuovo di Aliano (Matera)” – in In viaggio, sulla stessa strada. Scritti per Giuliano Cremonesi – a cura di Giovanna Radi, Lucia Sarti e Fabio Martini – Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria “Paolo Graziosi” – Firenze 2022 – pp. 225-240.
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