Nuove scoperte a Grotta Romanelli in Puglia

Nuove scoperte a Grotta Romanelli in Puglia
Immagini della Grotta (ph. M. Mussi ed altri, 2008)

di Elvira Visciola

Ad ottobre 2021 sono state pubblicate sulla rivista “Antiquity” i risultati delle indagini all’interno di Grotta Romanelli (vedi scheda), con il ritrovamento di nuove incisioni parietali, circa 31 nuove unità grafiche, tra cui la figura di un bovide, di una rara raffigurazione di pinguino boreale ed alcuni segni geometrici e lineari, emerse durante la recente campagna di scavo iniziata nel 2016 e coordinata dal professore Raffaele Sardella del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università della Sapienza di Roma.

I primi ritrovamenti in zona risalgono al 1869, quando il toscano Ulderigo Botti, appassionato di geologia salentina, a seguito di ritrovamenti fossili durante un’escursione nella vicina Capo di Leuca vi ipotizzò la presenza dell’uomo preistorico sin da epoche remote. Ma solo nei primi del 900 iniziarono ricerche sistematiche che portarono alla scoperta della grotta ad opera del paleoantropologo Ettore Regalia e del pittore salentino Paolo Emilio Stasi, fino al ritrovamento di fossili, oggetti in osso inciso ed il graffito di un bovide (bos primigenius) sulla parete nord della grotta, tutti elementi che permisero di riconoscere per la prima volta in Italia il Paleolitico Superiore.

Il Bos Primigenius inciso sulla parete nord della grotta (ph. L. Forti ed altri, 2020; disegno M. Mussi ed altri, 2008)

L’eco di questi ritrovamenti suscitò un acceso dibattito in Italia, soprattutto perché Luigi Pigorini, noto archeologo paleontologo italiano, si mostrò scettico con questa datazione, attribuendo il sito al più recente neolitico, nonostante tra i ritrovamenti non ci fossero tracce di cocci di ceramica tipici delle stazioni neolitiche; lui concluse il dibattito scrivendo che “…nulla di paleolitico era uscito dalla Grotta Romanelli…”.

Fortunatamente nel 1914 la Sovrintendenza agli scavi in Puglia diede incarico al Barone Gian Alberto Blanc, pioniere degli studi paleontologici in Italia, di procedere ad un’esplorazione sistematica del sito di Romanelli, con la ricostruzione, attraverso una complessa stratigrafia, delle diverse fasi della vita umana all’interno della grotta, rappresentando ai primi del 900, la prima testimonianza italiana accertata di Paleolitico Superiore e di arte rupestre nell’area dell’Europa mediterranea.

Stratigrafia schematica della grotta (ph. R. Sardella ed altri, 2018)

Decenni di ricerche approfondite videro l’avvicendarsi di eminenti ricercatori, tra cui l’abate Henri Breuil, Hugo Obermaier, Alberto Carlo Blanc (figlio di Gian Alberto), Paolo Graziosi e Paolo Cassoli, indagini che si protrassero fino ai primi anni 70 quando cessarono tutte le attività di ricerca all’interno della grotta.

Dopo circa 40 anni di inattività, nel 2016 ripresero le indagini coordinate dall’Università degli Studi di Roma La Sapienza, con l’autorizzazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia. I nuovi studi, effettuati da un team multidisciplinare composto da ricercatori archeologici preistorici, paleontologi e geologi, hanno indagato gli strati già individuati in precedenza con un approccio più moderno ed attraverso l’uso di nuove tecnologie tali da consentire una datazione più precisa ed approfondita; in particolare sono stati indagati i livelli delle “terre rosse” che hanno retrodatato l’intervallo cronologico del deposito della grotta a più di centomila anni. Inoltre, è stato effettuato un rilievo topografico completo della grotta, con la produzione di un modello grafico 3D di tutta la morfologia, compreso i dettagli cromatici delle aree di scavo e delle incisioni rupestri.

Ed è con questi studi che si è giunti al ritrovamento di importanti reperti di pregevole fattura che hanno fatto sì che la Grotta Romanelli balzasse alle cronache come sito chiave del Paleolitico in Europa.

Il lavoro sul campo si è concentrato nella camera interna della grotta, in due aree mai precedentemente indagate, etichettate con GRP002 e GRP005.

L’area GRP002 presenta un unico pannello di arte incisa, denominato A, delle dimensioni di 58 cm. per 61 di altezza, posto a circa 4.20 ml sopra il livello zero, ossia sopra il punto più basso del pavimento della grotta (a circa 7 ml slm); il pannello presenta un motivo reticolato simile ad una griglia.

Pannello A nell’area GRP002 con segni geometrici (ph. D. Sigari ed altri, 2021)

Nell’area GRP005 sono invece stati individuati circa 10 pannelli, di cui solo 3 (i pannelli E, F ed H) presentano una ricca concentrazione di segni grafici di arte parietale, circa 30 singole figure con motivi zoomorfi e geometrici. In particolare, il pannello F è quello più interessante, con la raffigurazione della testa e del dorso di un bovide con le corna protese in avanti e con la rappresentazione di una figura ornitomorfa, il pinguino boreale, con la testa, il becco ed un occhio; entrambe le immagini sono attraversate da linee incise di diverso andamento. Da notare che la particolare conformazione della roccia nei pressi del bovide crea un effetto tridimensionale a delineare il corpo dell’animale.

Questi nuovi ritrovamenti a Romanelli mostrano probabili connessioni stilistiche con altri esempi dell’arte paleolitica dell’area franco cantabrica (Niaux, Lascaux, Font-de-Gaume, Cosquer, El Pendo Cave), a dimostrazione dell’alta mobilità durante il Paleolitico Superiore in un’ampia zona dell’Eurasia.

Pannello F nell’area GRP005 con bovide e pinguino boreale (ph. D. Sigari ed altri, 2021)

Sul pannello denominato E è di particolare rilievo una figura serpeggiante che si sviluppa attorno ad un asse verticale (figura già individuata nelle grotte francesi) ed una fusiforme che rimanda ad altre simili ritrovate già all’interno della grotta (vedi la silhouette fusiforme femminile incisa sulla parete sud della grotta).

Pannello E nell’area GRP002 con figura fusiforme e figura serpeggiante su asse centrale (ph. D. Sigari ed altri, 2021)

Le indagini effettuate hanno permesso di riscontrare l’uso di quattro diverse tecniche di incisione e segni di applicazione direttamente con le dita sulla roccia di un pigmento naturale noto come “latte di luna”.

Sempre durante queste recenti attività di scavo si sono ricavati nuovi dati cronologici attraverso analisi al radiocarbonio dei sedimenti, con la conferma dell’occupazione umana della grotta tra 11.000 e 14.000 anni fa, durante il quale è stato realizzato “… un palinsesto grafico che registra diversi episodi artistici e la possibilità di cronologie più antiche …” (D. Sigari ed altri, 2021), queste ultime ancora da indagare.

Elvira Visciola, novembre 2021


Bibliografia

1.    Luca Forti, Ilaria Mazzini, Beniamino Mecozzi, Dario Sigari e Raffaele Sardella – “Grotta Romanelli (Castro, Lecce) Un sito chiave del Quaternario mediterraneo” – in Geologicamente” Magazine di attualità e cultura delle Geoscienze – n. 2 luglio 2020;

2.    Raffaele Sardella e Dario Sigari – “Grotta Romanelli in Terra d’Otranto: il sito e le ricerche” – in Segni dalla Preistoria, siti dell’arte rupestre Italiana nell’Archivio dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria – Firenze 2018;

3.    Raffaele Sardella e Dario Sigari – “Grotta Romanelli in Terra d’Otranto: Le foto dell’archivio IIPP come supporto per la conservazione” – in Segni dalla Preistoria, siti dell’arte rupestre Italiana nell’Archivio dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria – Firenze 2018;

4.    Raffaele Sardella, Ilaria Mazzini, Francesca Giustini, Beniamino Mecozzi, Mauro Brilli, Dawid Adam Iurino, Giuseppe Lembo, Brunella Muttillo, Massimo Massussi, Dario Sigari, Sonia Tucci e Mario Voltaggio – “Grotta Romanelli (Southern Italy, Apulia): legacies and issues in excavating a key site for the Pleistocene of the Mediterranean” – in Rivista Italiana di Paleontologia e Stratigrafia – luglio 2018;

5.    Margherita Mussi, Paul Bahn, Alessandro De Marco e Roberto Maggi – “Nuove scoperte di arte parietale paleolitica in Italia: la Caverna delle Arene Candide e Grotta Romanelli” – in Preistoria Alpina – n. 46 – Trento 2012;

6.    Margherita Mussi e Alessandro De Marco – “A Gonnersdorf-style engraving in the parietal art of Grotta Romanelli (Apulia, southern Italy)” – in Mitteilungen der Gesellschaft fur Urgeschichte – n. 17 – 2008;

7.    Dario Sigari, Ilaria Mazzini, Jacopo Conti, Luca Forti, Giuseppe Lembo, Beniamino Mecozzi, Brunella Muttillo e Raffaele Sardella – “Birds and Bovids: new parietal engravings at the Romanelli Cave, Apulia” – in Antiquity – vol. 95, numero 383, Cambridge University Press 13 ottobre 2021.

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