di Alessandra de Nardis
FONTE: La Repubblica
Più piccolo di una moneta l’idoletto è stato rinvenuto nel Pulo di Molfetta, dove ad ottobre era venuto alla luce un altro reperto;
Il 18 Gennaio 2021 mentre facevano una ricognizione per controllare lo stato dei luoghi gli archeologi hanno trovato sul terreno un idoletto ottenuto dalla lavorazione di un ciottolo calcareo circolare, poco più piccolo di una moneta da due centesimi, sul quale sono incisi naso, occhi e quello che sembra una capigliatura o l’intreccio a rete che a noi ricorda molto la “cuffia”.
Nello stesso luogo era stato rinvenuto in estate un altro idoletto, risalente anch’esso al quinto millennio avanti Cristo, e quindi al Neolitico, entrambi custoditi attualmente a palazzo Simi di Bari che ospita il Centro operativo per l’archeologia.
L’archeologa Anna Maria Tunzi, responsabile di palazzo Simi racconta: “Durante i lavori preparatori per l’inaugurazione del Pulo – avvenuta a ottobre – prima dell’estate, avevamo già rinvenuto un idolo. Anche quest’ultimo è stato trovato non nella giacitura primaria, che indica il luogo nel quale gli antichi neolitici lo avevano lasciato, ma secondaria, cioè è scivolato da un’altra parte sempre all’interno del Pulo”.
La scorsa settimana, due archeologi, Alessia Amato e Nicola de Pinto, durante un controllo hanno ritrovato l’idoletto. “È molto più piccolo del precedente, anche se è sempre una pietra fluitata, un ciottolo. Ha dei caratteri incisi che possono far pensare a un’antropomorfizzazione: ci sono il naso e gli occhi circondati da ciglia inferiori e superiori, come se avesse il rimmel, e anche una sorta di frangetta e, nella parte posteriore, dei segni che indicano la capigliatura”.
La piccola “testa” potrebbe rimandare a sembianze femminili. “Non stupisce – continua Anna Maria Tunzi – perché i neolitici erano fortemente connessi al culto della fertilità, e la loro divinità principale era sempre connotata come una dea. I contadini neolitici erano molto concentrati su questo: significava buoni raccolti, fertilità della donna e degli animali domestici”.
Ora l’idoletto, così come quello ritrovato qualche mese fa sarà studiato e oggetto di pubblicazioni su riviste scientifiche; in programma anche una mostra: “Speriamo di poter esporre entrambi gli idoletti, assieme ad altri reperti inediti provenienti dai paesi della città metropolitana di Bari, come Adelfia, Capurso e Bitetto, nella mostra “Sussurri dalla terra”, che sarà allestita a palazzo Simi appena si potrà, per mostrare reperti provenienti da luoghi che non si pensava fossero di interesse archeologico. Nel caso del Pulo, nessuno immaginerebbe che, sul fondo, possano essere ancora rinvenuti questi oggetti”.
L’obiettivo finale, inoltre, è riportare gli idoletti proprio a Molfetta: “Loro hanno un bellissimo museo, molto ben allestito, nel quale ci auguriamo tutti che finiscano i due idoli quando le attività espositive a Bari saranno terminate. È giusto che tornino a casa”, conclude Anna Maria Tunzi.
“In attesa della riapertura del Pulo in zona gialla – conclude il sindaco di Molfetta Tommaso Minervini – continuano a emergere meraviglie dal terreno del nostro sito neolitico. Come si è visto, solo mettendolo in sicurezza è stato possibile fare emergere tesori che riscriveranno la storia della città. Finanzieremo ulteriori lavori per altri scavi e riporteremo da Bari i due idoletti con l’obiettivo di allestire un grande museo archeologico del Pulo”.
Alessandra de Nardis