Statuina di Catignano (PE)

La scheda è stata curata da Giusi Di Crescenzo

Statuina di Catignano (PE)

La scheda è stata curata da Giusi Di Crescenzo


Statuina di forma cilindrica, realizzata in impasto depurato di colore beige chiaro, priva di braccia. “… I seni, mutili, sono marcati da due linee dipinte in ocra che si incrociano a X al centro del petto e proseguono sul corpo, che conserva altre tracce d’ocra nella sua parte anteriore. Il piede è ellissoidale espanso: tale espansione è più accentuata nella parte posteriore. La base d’appoggio­ del piede reca un segno a V sottilmente inciso. Le superfici sono ben conservate: sono evidenti le tracce della modellazione sotto forma di sottili spatolature parallele ” (C. Tozzi e B. Zamagni, 2001). E’ considerato di una certa importanza per la rarità con cui oggetti di questo tipo vengono ritrovati nell’Italia centrale. “… Alla stessa tipologia si possono ricondurre quattro frammenti, identici per dimensione e impasto …” (M. Colombo, 2012)

Questa figurina è piuttosto diversa da quanto rinvenuto nelle aree meridionali a ceramica dipinta, il modulo è infatti “… nettamente cilindrico (tronco – conico) e non piano o piano-convesso come nelle statuine di Passo di Corvo …” (M. A. Fugazzola, Delpino, 2002-2003).

Il confronto più immediato è con le statuine di Ripabianca di Monterano (Marche), quella della Grotta Pavolella (Calabria) e quella di Sammardenchia (Friuli) il che indica stretti rapporti anche fra aree non vicinissime. Quanto all’origine di questa tipologia di raffigurazione “… bisogna rivolgersi indubbiamente alle culture neolitiche di area balcanica, in particolar modo a quella di Vinca (Bagolini 1978). Anche in questa cultura infatti le figurine presentano lo stesso corpo stilizzato, reso con un cilindro a base espansa, e recano inoltre segni a V dipinti in rosso; non mancano peraltro influenze anatoliche, specialmente per quanto riguarda il segno a X sul petto (Gimbutas1990) …” (C. Tozzi e B. Zamagni, 2001).

Nei siti della Cultura di Catignano a tutt’oggi sono stati rinvenuti 31 reperti, di cui la statuina indicata è il più integro: diciotto frammenti di statuine, tre frammenti di vasi con protomi umane, otto vasi zoomorfi, un idoletto con forma animale e un probabile cornetto.

A proposito dei frammenti sono state osservate, come in altri siti neolitici, fratture delle figurine che sembrerebbero rituali e non dovute ad accidenti o rotture casuali ma su cui non c’è ancora una interpretazione significativa. Per lo più gli idoletti fittili sono stati rinvenuti in contesti domestici e ci fa pensare che dovevano essere creati e destinati al fine di culti personali e familiari; “… il rinvenimento di alcune figurine nello stesso impasto delle pareti intonacate e con un lato completamente piatto suggeriscono l’esistenza di una struttura con parete intonacata decorata con figurine plastiche applicate …”  (R. Grifoni Cremonesi e A. Pedrotti, 2012) conferma la costruzione di spazi domestici dedicati ad immagini di culto.

Riguardo alla varietà nella rappresentazione degli idoletti femminili, inoltre, più che testimonianza di un’unica dea della fertilità o dea madre “… pare piuttosto testimonianza di un patrimonio ideologico assai articolato nel quale la figura femminile era rivestita di più significati distinti …” (M. Colombo, 2012). Anche nella Cultura di Catignano – come osservato per la cultura di Ripoli – il fatto che i modelli di diverse statuette siano molto simili a quelli rinvenuti nel Medio Oriente e nell’Anatolia “… suggerisce che l’orientamento ideologico spirituale in questa prima fase si basava su un sistema di comunicazione sovra regionale condiviso dai gruppi a ceramica dipinta … la presenza nei contesti di Ceramica Impressa adriatica evoluta, Catignano e del Primo Neolitico padano alpino di alcuni elementi in comune – statuette cilindriche con base allargata e braccia a linguetta – di derivazione balcanica conferma  l’esistenza di contatti tra queste aree più volte ipotizzata sulla base dell’analisi della ceramica …” (R. Grifoni Cremonesi e A. Pedrotti, 2012).

Tra i vasi zoomorfi il più integro è un vaso in ceramica figulina dipinta che raffigura presumibilmente un piccolo maiale, l’animale sacro alla Dea Gravida, “… il cui corpo rotondo e dalla crescita rapida era ritenuto personificazione della fertilità. Immagini di scrofe sono state rinvenute in svariati siti e dimostrano che l’animale rappresentato nell’arte scultorea dell’Europa antica era un’epifania della Dea …” (M. Gimbutas, 2008). I ritrovamenti di vasi zoomorfi sono particolarmente interessanti perché è una tipologia piuttosto rara nei siti neolitici italiani mentre i cornetti riportano ad un’altra simbologia, poco ricorrente per ora in Italia, legata alla raffigurazione del toro.

Note storiche

Il sito archeologico di Catignano è stato oggetto di approfondite ricerche da parte del Dipartimento di Scienze Archeologiche dell’Università di Pisa insieme alla Soprintendenza Archeologica dell’Abruzzo, rendendo evidente sin da subito l’enorme interesse archeologico; nel sito sono emerse tracce di differenti periodi, da un’officina litica gravettiana datata a circa 25.000-20.000 anni fa, sino al villaggio neolitico vero e proprio, con numerosi reperti in eccezionale stato di conservazione. Gli scavi sono iniziati negli anni 70, con il ritrovamento di numerose strutture distribuite secondo una primitiva concezione urbanistica, con forni primitivi, capanne e buche rotonde o ellissoidali. L’economia della popolazione era basata sull’agricoltura e l’allevamento del bestiame; l’abbondanza di ossidiana dimostra l’esistenza di un commercio attivo con il versante tirrenico. La statuina è stata rinvenuta durante gli scavi del 2000.

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SCHEDA

Nome

Statuina di Catignano (PE)

Oggetto

Statuina femminile

Cronologia

La cultura di Catignano viene fatta risalire al 5400 – 4900 a.C.

Località del ritrovamento

Il villaggio archeologico è situato in località Sterpara – Ponte Rosso, a tre chilometri da quello che è oggi il centro chiamato Catignano, su un terrazzo fluviale posto alla confluenza tra il fiume Nora e il Fosso dei Cappuccini – Provincia di Pescara

Regione

Abruzzo

Contesto ambientale

Area Esterna

Reperti esposti

La maggior parte dei reperti provenienti dal sito di Catignano sono esposti nel Museo Archeologico Nazionale “La Civitella” di Chieti, in via Giuseppe Salvatore Pianell 1, tel. 0871-63137, mentre la statuina è attualmente conservata nei depositi del Dipartimento di Scienze Archeologiche dell’Università di Pisa

Stato di conservazione

Buono

Dimensioni

Altezza cm. 7,7 e larghezza alla base di cm 4,5 x 3,9

Condizione giuridica

Proprietà dello Stato

Bibliografia

  1. Marta Colombo – “Idoletti fittili antropomorfi e zoomorfi dal villaggio neolitico di Catignano (PE): studio tipologico e proposta interpretativa”– in Preistoria Alpina n. 46 – Trento 2012 – pp. 167-173;
  2. Mario Giannitrapani – Coroplastica Neolitica Antropomorfa d’Italia – Bar International Serie 1020 – Oxford 2016;
  3. Renata Grifoni Cremonesi e Annaluisa Pedrotti – “L’arte del Neolitico in Italia: stato della ricerca e nuove acquisizioni” – in Preistoria Alpina – n. 46 – Trento 2012 – pp. 115-131;
  4. Maria Antonietta Fugazzola Delpino e Vincenzo Tiné – “Le statuine fittili femminili del Neolitico Italiano. Iconografia e contesto culturale” – in Bollettino di Paletnologia Italiana – 2002-2003 – pp. 19-51;
  5. Marija Gimbutas – Il Linguaggio della Dea – Roma 2008;
  6. Carlo Tozzi e Barbara Zamagni – “Una statuetta fittile dal villaggio neolitico di Catignano (Pescara). Nota preliminare” – in Rivista di Scienze Preistoriche LI – Firenze 2001 – pp. 465-469;
  7. Marta Colombo –  “Rappresentazioni antropomorfe e zoomorfe fittili dal villaggio neolitico di Colle Cera (Loreto Aprutino – PE)” – in Preistoria Alpina – n. 46 – Trento 2012 – pp. 241-245.
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