Delia, la donna di Ostuni (BR)

la scheda è stata curata da Elvira Visciola

Delia, la donna di Ostuni (BR)

la scheda è stata curata da Elvira Visciola


Si tratta di una sepoltura femminile ritrovata nella Grotta carsica di Agnano, nelle vicinanze di Ostuni, in provincia di Brindisi.

Questa grotta è stata frequentata sin dalla fine del IV millennio; sono state infatti individuate importanti tracce di frequentazione religiosa con ritrovamenti sacrificali come statuette a forma di maialini o di toro e, scoperta sensazionale, il ritrovamento dello scheletro di una donna incinta, con i resti in ottimo stato di conservazione ed il feto intatto. Si tratta di “Delia”, questo il nome dato alla madre di Ostuni dagli archeologi (“Ostuni 1” per la scienza), risalente al Paleolitico Superiore (28.000-20.000 anni fa); non è una semplice sepoltura ma senz’altro qualcosa di rituale, visto il suo corredo funerario e la posizione dell’inumazione.

La giovane donna aveva 20 anni, con una dentatura intatta, anche se consumata, probabilmente perché Delia, come da normale usanza per i tempi, usava masticare la pelle degli animali per renderla più morbida e quindi adatta ad essere lavorata per il confezionamento di capi d’abbigliamento. Era morta nello stato terminale della gravidanza, probabilmente per una grave infezione, forse una gestosi.

A tal proposito, è stato effettuato uno studio su tre denti del feto; i denti del bambino si formano a partire dai 3-4 mesi di gestazione e giorno per giorno lo smalto si arricchisce di un nuovo strato finché non cadono intorno ai 6-7 anni e, per tale motivo, l’analisi della dentatura è in grado di fornire una serie di informazioni sulla crescita. I tre denti sono stati studiati a Trieste, attraverso un acceleratore di particelle, il sincrotone Elettra, che nell’individuare gli anelli di accrescimento dello smalto ha registrato tre episodi di stress nella crescita del bambino negli ultimi due mesi e mezzo di vita. Non si conoscono con esattezza le motivazioni, ma sicuramente sono la causa della morte, una malattia avvenuta dopo 31-33 settimane di gestazione. L’analisi del sito di ritrovamento ha consentito di escludere che si sia trattato di morte per malnutrizione, in quanto la zona era ricca di animali selvatici e la stessa Delia era sepolta con un ricco corredo di oggetti preziosi per l’epoca.

Il corpo della donna, una ragazza muscolosa ed alta 1.70 metri, era in posizione rannicchiata sul fianco sinistro con il braccio destro posizionato sul ventre, quasi a protezione del feto e l’altro braccio piegato sotto la testa; il feto, giunto all’ottavo mese di gravidanza, è in condizioni perfette, rinvenuto sotto una pietra poggiata sul ventre della donna e, dettaglio curioso, con le manine a pugno completamente integre poste davanti agli occhi, come in un gesto naturale per un bambino pronto per venire al mondo.

Gli studi hanno consentito di appurare che la donna apparteneva ad una piccola comunità di cacciatori-raccoglitori uomini di Cro-Magnon, che non doveva superare le 10 unità e che avrebbe scelto questo luogo perché permetteva un più facile controllo degli spostamenti degli animali. Dopo aver scavato una fossa ed acceso un focolare, come da rituale, deposero la defunta con cura all’interno della voragine, su un letto di ciottoli in posizione fetale, con un bracciale al polso destro formato da conchiglie forate ed un canino di cervo, un copricapo costituito da più di 600 conchiglie marine impastate di ocra rossa intervallate ogni 80 pezzi dal canino di un cervo, vari strumenti litici e moltissimi resti di fauna (ossa di cavallo e di bue) posti lì volutamente. Questi elementi hanno permesso di capire lo scenario in cui viveva la giovane donna e gli animali che popolavano la zona (il cavallo e l’uro costituivano la principale cacciagione del gruppo nomade). Tuttavia questa sepoltura racchiude in sé un significato molto particolare in quanto è testimonianza attraverso il suo corredo funerario di una cerimonia cultuale svolta all’interno della grotta e quindi della sua sacralità.

Il copricapo di conchiglie è tipico degli ornamenti della Dea, dettaglio che ci riporta alle statuine di Willendorf in Austria o di Brassempouy in Francia, solo per citarne alcune, così come l’ocra rossa, altro simbolo tipico dei rituali funerari coevi, a rappresentare il colore del sangue che rigenerava la stessa Dea Madre appena sepolta.

Nella stessa grotta-riparo sono state trovate anche le prime manifestazioni grafiche dell’Homo sapiens, con motivi lineari simbolici, oltre a selci ed utensili in pietra, a testimonianza del fatto che il sito è stato frequentato per lungo tempo come luogo di culto e per le attività quotidiane.

Nella stessa grotta è stato ritrovato anche uno scheletro mal conservato e di sesso non identificabile, “Ostuni 2”, sepolto anch’esso in posizione fetale, con le spalle alla donna e datato a circa 30.000 anni fa e lo scheletro di un uomo in pessime condizioni di salute, “Ostuni 3”, datato a circa 13.000 anni fa, entrambe scoperte che fanno della grotta di Agnano una delle più ricche testimonianze di luoghi di culto nel paleolitico superiore adibito a sepolture.

Secondo i ritrovamenti la grotta sarebbe stata ancora un santuario messapico dedicato alla Dea Demetra, poi convertito in luogo di culto in età cristiana attraverso la costruzione di una cappella intitolata alla Madonna d’Agnano, con tracce di affreschi di età bizantina, oltre ad una piccola cappella cinquecentesca con all’interno un affresco della vergine, l’unico rimasto di un intero ciclo che arricchiva la chiesa; la pavimentazione è lucida a testimonianza delle migliaia di fedeli che vi si recavano in pellegrinaggio.

La grotta consiste di due ambienti ipogei (camera orientale e camera occidentale), la cui continuità è interrotta dalla cappella sopra citata e da uno spiazzo utilizzato nell’800 come ricovero delle greggi. La camera orientale è la più importante, poiché ospita la zona in cui sono state rinvenute le sepolture paleolitiche.

Note storiche

Le prime ricerche all’interno della grotta santuario di Santa Maria di Agnano, un’ampia cavità carsica in Contrada Risieddi sulle colline di Ostuni, furono effettuate dal Paleo-etnologo Donato Coppola (dell’Università Tor Vergata di Roma all’epoca ed ora Università di Bari, Dipartimento di Scienze dell’Antichità e del Tardoantico) agli inizi degli anni 70 e, sin da allora, si resero evidenti testimonianze di un’intensa frequentazione della caverna. La prima regolare campagna di scavi iniziò nel 1991 ed il 24 ottobre dello stesso anno lo stesso Prof. Coppola rinvenne all’interno della grotta l’importante sepoltura della “donna di Ostuni”, battezzata “Delia” dal suo scopritore in omaggio alla donna che sarebbe diventata sua moglie.

Dopo la scoperta, l’asportazione degli scheletri è stata particolarmente problematica per evitare che fossero danneggiati. Si è così proceduto alla rimozione in blocco del pavimento sotto il quale c’erano i resti ossei; all’interno del cunicolo, alto non più di 50 cm, sono ancora visibili alcune conchiglie incastonate nella roccia. Alcune grosse assi di ferro sono state saldate tra loro a formare cassoni di contenimento per le sepolture che quindi, per protezione, dopo accurati interventi di restauro e sistemazione, sono oggi esposti nel Museo delle civiltà preclassiche della Murgia Meridionale della città di Ostuni.

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SCHEDA

Nome

Delia, la donna di Ostuni (BR)

Oggetto

ManufattiTombe

Cronologia

La sepoltura di Ostuni 1 risale al Paleolitico Superiore, circa 28.000-20.000 anni fa, mentre Ostuni 2 è datato a circa 30.000 anni fa e lo scheletro Ostuni 3 è datato a circa 13.000 anni fa, tutte scoperte che fanno della grotta di Agnano una delle più ricche testimonianze di luoghi di culto nel paleolitico superiore adibito a sepolture

Datazione

Paleolitico Superiore

Località del ritrovamento

Grotta santuario di Santa Maria d’Agnano in Contrada Risieddi, Ostuni – Provincia di Brindisi

Regione

Puglia

Contesto ambientale

Sepolture

Reperti esposti

I calchi delle sepolture di Ostuni 1 e Ostuni 2 oltre ai resti originali di Ostuni 1 con il corredo funerario sono esposti al Museo di Civiltà Preclassica della Murgia Meridionale, nell’ex monastero carmelitano di Santa Maria Maddalena dei Pazzi, in Via Cattedrale n. 15, Ostuni (Brindisi) – Tel. E Fax 0831-336383, 307368, 307327
Il Parco Archeologico dove è ubicata la Grotta di Agnano è a circa 2 km dal paese di Ostuni, sulla SS16 in direzione di Fasano, al Km 878,2 (40.742097, 17.558333)

Stato di conservazione

Eccellente

Condizione giuridica

Proprietà Stato

Bibliografia

  1. Alessia Nava, Alfredo Coppa, Donato Coppola, Lucia Mancini, Diego Dreossi, Franco Zanini, Federico Bernardini, Claudio Tuniz e Luca Bondioli – “Lo studio dello smalto prenatale delle gemme dentali dell’individuo fetale del Paleolitico superiore Ostuni 1b (Puglia, ca 28 ka BP) per mezzo di analisi istologica virtuale” – in Annali dell’Università degli studi di Ferrara, Museologia Scientifica e Naturalistica – IV incontro Annuale di Preistoria e Protostoria – Ferrara 7-8 febbraio 2018 – pp. 44-46;
  2. Donato Coppola, Nicola De Pinto, Michele Pellegrino, Henry Baills, Martine Dewailly, Jacopo Russo e Jessica Bartolomeo – “Santa Maria di Agnano (Ostuni, Puglia)” – in Chronique des activites archeologiques de l’Ecole francaise de Rome – 2016;
  3. Donato Coppola, Martine Denoyelle, Martine Dewailly, Ivana Fusco, Sebastien Lepetz, Alessandro Quercia, William Van Andringa, Therry van Compernolle e Stephane Verger – “La grotta de Santa Maria di Agnano (Ostuni) et ses abords: a propos des criteres identification d’un sanctuaire messapien” – in French National Centre for Scientific Research – 2008 – pp. 201-232;
  4. Donato Coppola – Il Riparo di Agnano nel Paleolitico Superiore – La sepoltura di Ostuni 1 ed i suoi simboli – Università di Roma Tor Vergata – 2012;
  5. Eligio Vacca – “I resti umani di contrada Lamalunga nel contesto dei ritrovamenti paleoantropologici pugliesi” – in Ricerche speleologiche – n. 1 – 2005;
  6. Josette Renault Miskovsky, Henry Baills, Laurent Marquer e Donato Coppola – “Santa Maria di Agnano (Ostuni, Brindisi, Italie). Prehistoire et Palynologie, Paleoclimatologie et Paleoenvironnement” – in Rivista di Scienze Preistoriche – LXV – Firenze 2015 – pp. 5-27;
  7. Donato Coppola – “La civiltà di Cucuteni e le coeve comunità dell’Italia sud-orientale: il contributo scientifico di Meluta Miroslav Marin” – in Classica et Christiana – Periodico del Centro di Studi Classici e Cristiani – Nelu Zugravu 2011 – pp. 45-69;
  8. Donato Coppola – “Nota preliminare sui rinvenimenti nella grotta di S. Maria di Agnano (Ostuni, Brindisi): i seppellimenti paleolitici ed il luogo di culto” – in Rivista di Scienze Preistoriche – XLIV – Firenze 1992.
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